La situazione migratoria in Grecia vista attraverso le attività della ong "Luna Di Vasilika" nel Campo Profughi di Diavata

31.12.2019

Di Tommaso Pieri


Nel 2019, fino ad inizio Ottobre, in Grecia è stato registrato l'arrivo di 45.000 persone, le quali provengono in particolar modo dall'Asia Minore. In aggiunta, ora che l'Italia e l'U.E. forniscono fondi alla guardia costiera libica per fermare le barche "colme" di migranti, sono stati riscontrati anche numerosi arrivi dall'Africa subsahariana.

Per comprendere meglio la situazione è necessario, però, ritornare a quatto anni fa. La crisi migratoria comincia, infatti, nel 2015.

A partire da quell'anno a causa delle guerre e dell'instabilità politica del Medio Oriente molte persone hanno scelto, e tuttora scelgono, di lasciare le proprie case, ed a volte, anche le loro famiglie. Iracheni, Iraniani, Pakistani, Afghani, Curdi sono tra le popolazioni che più di altre hanno preso questa decisione. Hanno scelto di volare fino ad Istanbul per poi iniziare un percorso a piedi, che poteva condurli in Europa, l'Europa che loro vogliono non è, però, la Grecia. Le mete più ambite sono infatti la Germania, il Regno Unito, la Francia ed i paesi Scandinavi.

Per arrivare nell' "Europa che conta" è necessario, però, passare prima da Atene. E se si vuole entrare nella patria di Omero occorre sbarcare a Chios, Samos e Lesvos, tre isolette del Mar Egeo più vicine alla terra ferma turca che a quella greca. Tre isolette che distano 6 km dalla Turchia.

Ciò premesso, al fine di una migliore comprensione si deve andare ad Idomeni, una cittadina greca vicino al confine con la Macedonia del Nord.

Qui proprio nel 2015 12.000 persone si sono accampate nella speranza che il Vecchio Continente apra le proprie frontiere.

Desiderio che non verrà mai esaudito.

I paesi balcanici alzano mura e recinzioni e l'Unione Europea consente ai propri stati membri di ripristinare i controlli alle frontiere, nonostante le precarie condizioni di vita dei migranti. La stessa, inoltre, il 18.03.2016 ha sottoscritto un patto con la Turchia che prevede la possibilità in capo a quest'ultima d'intercettare in mare le imbarcazioni che varcano l'Egeo. Secondo quest'accordo, poi, i profughi che sono entrati in Europa dopo il 20.03.2016 possono essere rimandati indietro. E' proprio questo patto che consente ad Erdogan di evitare l'intervento delle milizie europee nel Kurdistan Siriano. "Se voi intervenite, le frontiere turche si apriranno": questa è la minaccia del primo ministro turco.

Da quanto narrato può sembrare che le persone in transito non abbiano alcuna chance di ottenere una vita migliore. Le loro uniche possibilità sembrano, infatti, la guerra, la povertà e la clandestinità, quest'ultima causata dai muri innalzati dall'U.e.

Brilla, però, la luce della cooperazione internazionale e dell'attivismo civile.

Tantissime O.n.g, ma più in generale moltissimi individui, scelgono di dedicare la propria vita, o parte di essa, al sostegno dei migranti. Per queste persone anche chi si sposta ha diritto ad una vita dignitosa.

E l' o.n.g. italiana "La Luna di Vasilika" fa parte di queste realtà. Essa svolge in Grecia ben 5 missioni. Queste vengono svolte rispettivamente nei campi profughi di Serres, Alexandria, Polikastro, Giannitza ed, in particolar modo, Diavata.

Diavata è un piccolo villaggio di 1.140 abitanti, situato a 8 km da Salonicco ed in questo paese si trova il campo profughi in cui opera la "Luna di Vasilika". Qui al 05.11.2019 vivono 1226 persone, mentre la sua capienza effettiva dovrebbe essere di circa 700 individui. I migranti presenti alloggiano o in Caravan, o in tende fornite dall'Unhcr fornite di elettricità e riscaldamento, oppure in tende Quechua che solitamente si usano per campeggiare.

In questa realtà "La Luna di Vasilika" svolge le proprie attività seguendo la logica del "Butterfly Effect": come il battito d'ali di una farfalla può provocare un uragano dall'altra parte del mondo, così qualsiasi tuo gesto, anche piccolissimo può avere effetti immensi sul morale di una persona.

Le attività svolte dall'O.n.g. sono le più svariate. Esse possono consistere sia nella consegna di beni primari come la distribuzione di pannolini o le piccole medicazioni, che in dei veri e propri percorsi di formazione ed inclusione. Tra questi si citano le lezioni d'inglese per gli adolescenti, la scuola d'arte ed il corso di ginnastica dedicato alle donne. La domenica, inoltre, ha regolarmente luogo il dance party nel quale sono coinvolti tutti i bambini presenti nel campo.

Ciò argomentato occorre comprendere chi sono gli attivisti che fanno parte di questa organizzazione.

Le persone che scelgono di fare e di partecipare a quest'esperienza sono le più svariate: qualcuno è stato a Diavata per dei mesi, qualcun altro ha semplicemente passato lì le proprie ferie. Si deve, però, evidenziare l'elemento che unisce i volontari. Questi sono semplicemente persone che hanno a cuore la situazione dei migranti ed il rispetto dei diritti umani. Proprio come te che stai leggendo questo articolo.

Se loro hanno "posato il proprio mattoncino" nella costruzione di un mondo e di una vita migliore per delle persone che sono state costrette a fuggire... perché non puoi fare lo stesso anche te?

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